L’autore sottolinea sin dall’inizio come Chanoux sia al tempo stesso uomo di pensiero e di azione e come, a differenza di altri intellettuali, decida di non sottrarsi alla lotta, inevitabile conseguenza delle sue idee. Il suo sacrificio («Verosimilmente tradito, fu arrestato e assassinato dai nazifascisti il 18 maggio 1944») non servì, però, nell’ottica di Faval, a ottenere uno Statuto coerente con il suo pensiero. Nel delineare il ritratto di Chanoux, l’autore mette in evidenza il rigore morale che porta il notaio, cattolico e valdostano, a opporsi alle gerarchie ecclesiastiche, giudicate troppo filo-italiane, e allo stesso popolo valdostano, di cui denuncia il «livello di abbrutimento» raggiunto.
Faval ritiene utile tale pubblicazione finalizzata a divulgare il pensiero chanousiano al di fuori dei confini regionali e si concentra, nella parte finale, sul messaggio dell’intellettuale valdostano, proponendone alcune tematiche: ruolo del villaggio, riappropriazione delle risorse da parte del popolo valdostano e principio di sussidiarietà. Faval, inoltre, pone Chanoux in relazione cin il gruppo di Ordre Nouveau, sottolineando tuttavia come sia difficile delineare un percorso intellettuale di Chanoux per la sua abitudine a non citare le fonti.