Il volume si propone di indagare le origini dell’autogoverno valdostano (partendo dall’epoca romana) e di delinearne il percorso sino alla promulgazione dello Statuto speciale.
Chanoux viene considerato come uno dei padri dell’autonomia e si ricorda il suo impegno a favore della causa valdostana fin dal 1924, quando criticò con virulenza, in un articolo pubblicato nell’ottobre 1924 su “La Vallée d’Aoste”, la soppressione della scritta in francese dal monumento al soldato valdostano. Viene citata la sua partecipazione all’incontro di Chivasso e il successivo Federalismo e autonomie, mentre riguardo all’episodio della morte, i due autori affermano che «fu torturato e ucciso» («Il suo nome è oggi associato alla dizione Martire della Resistenza»). A proposito dei decreti luogotenenziali si sottolinea come questi esprimessero solo in parte le idee di Chanoux, per cui l’autonomia concessa viene considerata incompleta. In una pagina dedicata a delle immagini con le relative didascalie vengono, infine, riprodotti un ritratto di Chanoux e la targa a lui intitolata posta sotto i portici del Municipio.