Nell’introduzione Robert Louvin delinea quelli che possono essere considerati i pilastri del pensiero di Chanoux: il federalismo; il concetto di comune/villaggio come dimensione naturale dei rapporti sociali; il cattolicesimo.
Gli interventi del convegno sono divisi, poi, in tre parti: rapports; communications; débat. I rapports insistono soprattutto sul confronto tra Chanoux e altri pensatori dell’area federalista:
- Cinzia Rognoni Vercelli insiste sul dualismo tra federalismo interno chanousiano e federalismo europeo di Rollier;
- Marc Heim pone in parallelo l’esperienza del notaio valdostano con quella di Alexandre Marc e del suo federalismo globale, mettendo in evidenza come entrambi partano da un rifiuto del «désordre établi», rappresentato dallo stato centralizzato che ha cancellato le strutture intermedie della società;
- François Saint-Ouen individua una stretta parentela tra il pensiero chanousiano e quello personalista e federalista di Denis de Rougemont;
- Giovanni De Luna riporta il dibattito interno al Partito d’Azione circa i progetti di Stato da realizzare nel dopoguerra;
- Fabio Zucca accomuna l’analisi storica dello sviluppo della struttura degli stati europei di Chanoux e Gasser, i quali, pur non conoscendo le rispettive riflessioni storico-politiche, presentano delle analogie significative, ma anche delle differenze, per esempio nell’approccio alla questione linguistica;
- Luisa Torchia si sofferma sulla genesi dell’istituto regionale in Italia;
- Mario Rey traccia un parallelo tra lo stretto rapporto tra decentramento e crescita economica e sociale indicato da Chanoux e il dibattito sul federalismo fiscale contemporaneo;
- Roberto Nicco presenta il dibattito contemporaneo sulla riforma dello Stato e «l’état régional» teorizzato da Chanoux, mettendo in evidenza le differenze tra il pensiero di quest’ultimo e la situazione della regione valdostana all’epoca.
Nelle communications si delineano alcuni aspetti esclusivi del pensiero chanousiano:
- Paolo Momigliano Levi, dopo avere esplicitato i tratti fondamentali della politica di Chanoux, afferma che per quest’ultimo il punto di partenza deve essere il popolo valdostano, cosciente del proprio particolarismo e quindi disposto a difenderlo;
- Tullio Omezzoli si concentra, invece, su uno dei pilastri citati da Louvin nell’introduzione, ovvero il cattolicesimo, e individua in papa Leone XIII l’autorità principale cui fa riferimento Chanoux;
- Alexis Bétemps affronta il problema linguistico e della scuola che egli pone al centro degli interessi di Chanoux.
- La questione scolastica è anche l’argomento dell’analisi di Lorenzo Gillo, che la collega alle riforme economiche auspicate dall’intellettuale valdostano, riforme che non trovano, però, riscontro nella Valle d’Aosta contemporanea;
- Rosanna Gorris, infine, si dedica alla produzione letteraria di Chanoux, cercando di far emergere dall’analisi della produzione narrativa le tematiche care al notaio di Rovenaud.
Sono infine riportati gli interventi del débat, nel quale alcuni punti, come il presunto abbandono dell’europeismo da parte di Gasser, vengono chiariti.