La voce esordisce con la considerazione secondo cui, dopo la morte di Chanoux «muta il corso della storia valdostana».
Ai dati principali sulla nascita e sulla sua carriera scolastica e professionale, seguono le considerazioni sull’impegno intellettuale del notaio sulle pagine de “La Vallée d’Aoste”, preludio a quell’attività a favore della difesa della lingua francese e della tradizione culturale valdostana a cui Chanoux si dedicherà nel corso di tutta la sua vita. Non viene tralasciato, naturalmente, il rapporto essenziale con l’abbé Trèves, del quale Chanoux raccoglie l’eredità alla guida del movimento autonomista.
Nicco individua nel federalismo la tematica essenziale del pensiero di Chanoux che guarda alla Svizzera come a un modello da seguire e alla valorizzazione dell’individuo attraverso il principio di sussidiarietà come alla strada da percorrere. L’autore cita diverse opere di Chanoux, giungendo nella sua trattazione sino all’incontro di Chivasso e a Federalismo e autonomie. L’episodio controverso della morte è tralasciato, per terminare con alcune considerazioni tratte da un articolo di Émile Proment, Retournons à Émile Chanoux, pubblicato nell’ “Union Valdôtaine”, 86/IV, 15 novembre 1949, pp. 1 e 3.