Rispetto alle due biografie di Bréan e Dempsey, il lavoro di Goyet risulta meglio strutturato e si può notare un maggiore rispetto delle fonti d’archivio, citate puntualmente in nota. Dal punto di vista contenutistico l’autore prosegue nel solco tracciato dai suoi predecessori, insistendo sulla formazione cattolica di Chanoux, ma mettendo bene in evidenza anche i contrasti con una parte del mondo cattolico valdostano; l’autore approfondisce il momento della guerra e del “periodo francese” con il conseguente travagliato viaggio di ritorno da Chambéry; sospende il giudizio sulla morte del notaio e basa l’intero ultimo capitolo sulla citazione delle diverse fonti relative all’accaduto, volendo, forse, in questo modo, dimostrare come le incertezze siano superiori alle certezze.
La pubblicazione presenta alcune significative differenze rispetto alla tesi depositata presso il Fondo valdostano del Sistema bibliotecario regionale: in particolare, i capitoli da quattro passano a cinque, in maniera da sdoppiare quello finale e dare maggiore rilevanza all’arresto e alla morte di Chanoux. La bibliografia della tesi – che manca invece nel volume del 2008 – si compone di quattro punti: archivi; opere di Chanoux (ovvero l’edizione degli Écrits del 1994); opere su Chanoux e sulla Valle d’Aosta; opere di carattere generale.
Il volume possiede una cronologia della vita di Chanoux e un indice analitico dei nomi.