Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine, Chivasso 19 dicembre 1943. Il contesto storico, i protagonisti e i testi

da | 30 Novembre 2003 | Monografie specifiche

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L’opera è divisa in tre parti: saggi (realizzati dai curatori del libro), documenti e quaderni clandestini.

Il primo saggio è incentrato sul contesto storico-culturale nel quale prese forma la Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine; Momigliano Levi analizza le differenti figure che presero parte all’incontro di Chivasso, concentrandosi in particolare su Rollier, Peyronel e Chanoux, il cui apporto viene definito determinante.

Il saggio di Perrin, in lingua francese, analizza, invece, i testi preparatori che confluirono in quello definitivo di Chivasso. Ancora una volta viene riconosciuto Chanoux come elemento determinante del gruppo. Perrin individua tre fasi: la prima è costituita dalla presentazione del preambolo di Malan e Cöisson e dal testo di Rollier, nei quali si può rilevare un forte indirizzo federalista; la seconda, dai testi di Chabod e Peyronel, che mitigano la posizione federalista optando per un’autonomia di tipo amministrativo; la terza è quella dell’incontro stesso in cui Chanoux, «spirito animatore della riunione», infonde alla Dichiarazione una rinnovata prospettiva federalista. Perrin, infine, ricorda come, «malheureusement», l’influenza di questo documento sulla riorganizzazione politica dell’Italia sia stata quasi nulla, mentre esso avrebbe, in parte, influenzato la discussione politica valdostana.La seconda sezione del volume presenta i testi preliminari e la Dichiarazione stessa, mentre la terza contiene le riproduzioni anastatiche di Stati Uniti d’Europa di Edgardo Monroe (pseudonimo di Mario Alberto Rollier) e di Federalismo e autonomie di Chanoux, pubblicati clandestinamente nel 1944 nella serie “Quaderni dell’Italia libera” dal Partito d’Azione.

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