Il lavoro svolto per la Fondation Chanoux vuole essere una rassegna di tutto ciò che è stato scritto sulla figura di Émile Chanoux a partire dal momento della sua morte, uno degli episodi chiave del periodo resistenziale e più in generale della storia valdostana. Essa si articola in tre sezioni: Monografie specifiche; Altre monografie; Articoli.
La prima sezione comprende le tre biografie del notaio di Rovenaud: Émile Chanoux, martyr de la résistance valdôtaine di Joseph Bréan, una pubblicazione del 1959 più vicina al ricordo accorato di un amico che a un lavoro scientifico; La vie et l’œuvre d’Émile Chanoux di Louis Roger Dempsey, commissionata, insieme a La Vallée d’Aoste pendant le fascisme, al ricercatore americano dalla Giunta regionale nel 1982 e pubblicato nel 1987, la quale rispetto all’opera di Bréan presenta un maggiore rigore; Émile Chanoux. L’uomo dietro al mito di Simon Goyet, la biografia più recente (2008) e completa. Accanto a queste opere ci è sembrato opportuno inserire anche alcuni profili biografici più brevi, da quello scritto da Mario Giovana e contenuto nel Dizionario della Resistenza pubblicato da Einaudi, alle pagine di Roberto Nicco per Les cent du millénaire, sino al valido lavoro di Giorgio Andrea Pasqui.
Come si può notare la produzione, per quanto riguarda questo tipo di letteratura, non è molta tanto, che si potrebbe addirittura considerare quella di Goyet come l’unica vera e propria biografia. Questo è un elemento piuttosto curioso se rapportato all’importanza del personaggio e alle numerose volte in cui viene citato in altri saggi o articoli di giornale (la strumentalizzazione del pensiero del notaio del resto è una delle costanti del secondo dopoguerra).
Si è voluto aggiungere anche il libro di Silvana Presa Je te raconte Émile Chanoux dedicato ai lettori più giovani perché, oltre a essere un lavoro documentato, costituisce un esempio dell’attualità e della vitalità di Chanoux.
In questa sezione si possono trovare anche le schede relative ai volumi che hanno affrontato il pensiero chanousiano. Sono, dunque, presenti gli atti dei tre convegni dedicati al notaio, che, insieme al numero monografico de “Le Flambeau” del 2004 (che, proprio perché monografico, è stato inserito in questa sezione invece che nella terza relativa ai periodici), denotano un’evoluzione nell’analisi della sua figura storica: se nel primo convegno Chanoux viene trattato solo nell’ultima parte e quasi marginalmente, nei testi successivi la riflessione si fa sempre più approfondita grazie soprattutto alla pubblicazione degli Écrits avvenuta nel 1994. In Contre l’état totalitaire si cerca addirittura di far emergere le fonti del pensiero chanousiano, un’operazione piuttosto complessa perché lo stesso Chanoux raramente le citava nei suoi scritti. Altri due testi molto importanti compresi all’interno di questa sezione sono le introduzioni di Paolo Momigliano Levi ai sopracitati Écrits e all’antologia di scritti del 2007: la prima analizza approfonditamente il pensiero chanousiano con costanti riferimenti agli avvenimenti più significativi della sua vita, mentre la seconda costituisce soprattutto un excursus sul dibattito intellettuale relativo alla figura di Chanoux, un utile punto di riferimento, dunque, anche per il lavoro proposto in questo repertorio bibliografico. Sempre all’interno di questa sezione si possono trovare i testi più recenti di Paolo di Martino e Roberto Gremmo, le opere dedicate alla Dichiarazione di Chivasso e le tesi di laurea, che sottolineano il costante e necessario riferimento a Chanoux per qualsiasi tipo di studio sulla storia recente e sul pensiero federalista in Valle d’Aosta.
Nella seconda sezione sono state inserite tutte le opere che, anche se talvolta in maniera marginale, si sono confrontate con la figura di Chanoux. Vi si trovano, dunque, quasi tutti i lavori riguardanti la Resistenza valdostana, dai diari dei protagonisti al fondamentale apporto di Roberto Nicco, ma anche volumi come Espace, temps, culture en Vallée d’Aoste o Civilisation valdôtaine di Jean-Pierre Ghignone (pubblicato nel 1982 e ancora ristampato nel 2012), ovvero due manuali scolastici di cultura e storia valdostana, entrambi indirizzati agli allievi della Scuola Secondaria di primo grado. Non mancano poi gli studi di Marc Lengereau, di notevole importanza per la tematica del possibile annessionismo di Chanoux e dei suoi contatti con la controversa figura dell’abbé Secret, così come sono presenti diverse opere relative a Federico Chabod o gli importanti apporti di Joseph-César Perrin nella collana dei “Cahiers sur le particularisme valdôtain”.
Naturalmente, considerando la varietà delle opere contenute in questa sezione, il ritratto che emerge del martire valdostano è costituito da molte sfaccettature: si possono reperire informazioni sulla sua attività nella Resistenza valdostana (riuscendo in alcuni casi a intuire il giudizio dei diversi gruppi partigiani nei confronti dell’emergere della sua leadership) oppure analizzare il dibattito relativo al separatismo o annessionismo di Chanoux, così legato alle lotte politiche dell’immediato dopoguerra. Ci sono poi informazioni palesemente errate come quelle contenute nel volume di Nebiolo dedicato a Giovanni Bassanesi, nel quale l’autore afferma che Chanoux, mentre si trovava in montagna, venne contattato dai fascisti che gli annunciarono l’arresto della moglie e delle figlie. Anche quest’ultimo dato è, però, significativo per rilevare come questo personaggio venga sì citato molto spesso, ma altrettanto frequentemente venga trattato con leggerezza, malgrado la sua importanza e il ruolo svolto in un momento storico decisivo.
Nella terza sezione vengono analizzati i periodici valdostani – o facenti riferimento all’area valdostana come nel caso del parigino “La Vallée d’Aoste” – pubblicati nel periodo compreso tra il maggio 1944 e il 1950, con l’eccezione de “L’Union Valdôtaine” e “Le Pays d’Aoste” recensiti rispettivamente fino al 1954 e alla metà del 1953. Per quanto riguarda “L’Union Valdôtaine” ci è sembrato corretto giungere sino alla fine delle pubblicazioni del periodico che più di tutti ha fatto riferimento a Chanoux, mentre nel caso del foglio cattolico-regionalista l’analisi si è protratta fino alla morte del canonico Bréan, la cui vita è stata così profondamente intrecciata con quella del martire valdostano. Sono stati, dunque, riportati tutti gli articoli che fanno anche solo superficialmente riferimento a Chanoux e per ogni periodico preso in considerazione è stata realizzata una breve introduzione nella quale si è cercato di fare emergere la posizione assunta nei confronti della figura storica del notaio. È piuttosto curioso e sintomatico dell’importanza del personaggio che tutti i principali giornali, prima o poi, rivendichino l’eredità di Chanoux: da “L’Union Valdôtaine” che, diventato oggi “Le Peuple Valdôtain”, riporta, nella sezione Racines del suo sito, L’Esprit de victoire (pubblicato per la prima volta proprio sulle pagine del giornale unionista), all’“Augusta Prætoria” che in un articolo firmato da Ernest Page, protagonista silenzioso della Dichiarazione di Chivasso, afferma che se Chanoux fosse stato ancora in vita sarebbe stato democristiano. Anche “Lo Partisan”, pur trattando meno del personaggio, si pone, in particolare con René Willien e Lorenzo Chabloz, come il vero depositario del pensiero di Chanoux, proprio per il fatto di non aver abusato della sua immagine. Sono poi stati aggiunti anche gli articoli delle maggiori riviste valdostane, come “Le Flambeau” e “Le Messager Valdôtain”, giungendo a circa 300 articoli.
Naturalmente si può trovare ogni tipo di riferimento: dal breve accenno al notaio durante l’inaugurazione di un’opera pubblica, per rimarcare come l’amministrazione regionale sia l’erede dell’impegno di Chanoux per la Valle d’Aosta, alla celebrazione dell’anniversario della morte, fino al ritratto vero e proprio. Comune a tutti i periodici è l’immagine di un Chanoux uomo di azione e pensiero: un binomio ricorrente che si può rintracciare anche nei Souvenirs di Severino Caveri e che evidenzia non solo le qualità intellettuali del notaio, ma anche la sua capacità di rimanere costantemente legato al quotidiano, la sua consapevolezza delle esigenze della realtà valdostana, in definitiva il suo essere paysan. Negli articoli citati emergono anche la volontà degli autori di associare il proprio nome a quello del martire, quasi a legittimare una sorta di leadership all’interno del mondo politico valdostano, e una certa superficialità nel tratteggiare il pensiero di Chanoux, dovuta, in primo luogo, alla mancanza nell’immediato dopoguerra di testi pubblicati sui quali riflettere e, in secondo luogo, forse, alla volontà di non dare un giudizio definitivo sulla portata storica e intellettuale del personaggio, evitando ulteriori polemiche e preferendo affidarsi al mito piuttosto che alla storia. Sono, comunque, molte le suggestioni che emergono dal confronto di questi periodici: dal dibattito relativo all’eredità dell’esperienza resistenziale, che si può rintracciare in una serie di articoli che hanno come oggetto l’inaugurazione di una cappella a Saint-Nicolas e le successive polemiche scatenate dal mancato riferimento a Chanoux, al processo di Torino nel quale si trova imputato “Lo Partisan”, ma che si trasforma presto in un dibattito su Chanoux, fino alle polemiche tra lo stesso “Lo Partisan” e Fidèle Charrère, giornalista de “La Vallée d’Aoste” e autore del volume Notre Pays d’Aoste nel quale la Resistenza italiana viene accusata di avere “venduto” il notaio.
Il lavoro proposto è, dunque, per sua stessa natura, in divenire e suscettibile di continui aggiornamenti, in particolare per quanto riguarda la sezione dei periodici, la quale, essendo dedicata all’immediato dopoguerra, può essere notevolmente ampliata, per arrivare sino ai giorni nostri, per comprendere quanto sia realmente rimasto del pensiero di Chanoux, andando oltre la figura del martire della Resistenza valdostana e cercando di capire il valore dell’intellettuale. La speranza è che questo repertorio bibliografico possa essere un punto di partenza per ulteriori approfondimenti e per una riscoperta del pensiero e della vicenda storica di Chanoux.