Contre l’état totalitarie: aux sources de la pensée chanousienne

da | 31 Maggio 2008 | Monografie specifiche

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Il volume raccoglie gli atti del congresso organizzato ad Aosta nel 2007 dalla Fondation Émile Chanoux.

  • I primi due contributi di François Walter e Nicolas Schmitt sono dedicati al modello svizzero, cui Chanoux si rifà. 
    Walter considera l’identità svizzera non una realtà quanto piuttosto una costruzione ideologizzata dalla quale non fu immune lo stesso Chanoux. Questi, a detta di Walter, pare ignorare che quello degli Svizzeri è stato un popolo ribelle e violento (idea che è rimasta nell’immaginario europeo fino al XVI secolo), così come sembra non considerare alcuni aspetti dello sviluppo della Confederazione elvetica, come l’assoggettamento delle campagne alla borghesia cittadina e l’influenza decisiva della rivoluzione francese sul percorso democratico svizzero. Walter conclude pertanto che l’attualità del pensiero chanousiano va ricercata in altri argomenti e non nell’idealizzazione del modello svizzero.
  • Il saggio successivo, di Schmitt, prende in considerazione lo sviluppo del federalismo svizzero e ne ravvisa l’essenza nella separazione dei poteri; individua, inoltre, nella fine della Prima guerra mondiale la soluzione alle molteplici tensioni presenti nella società elvetica. Schmitt, a differenza di Walter, afferma che sarebbe sbagliato accantonare la considerazione che Chanoux aveva per il modello svizzero, perché oltre all’idealizzazione descritta nel saggio precedente c’è anche la capacità reale da parte del federalismo elvetico di dare delle risposte ad alcune problematiche che l’intellettuale valdostano si trovò ad affrontare, risposte che derivano dal particolare sviluppo politico della Confederazione stessa. 

I testi successivi sono dedicati all’evoluzione del pensiero federalista in Italia e Francia. 

  • Cinzia Rognoni Vercelli mette in evidenza le due principali correnti del federalismo italiano, quello interno, che si traduce nell’autonomismo, e quello esterno, che parte da una prospettiva europea; queste due correnti si incontreranno a Chivasso nelle personalità di Chanoux e Rollier.
  • Pierre Brini, partendo dalla sua tesi di laurea dedicata ai federalisti alpini, prende in considerazione nel saggio successivo lo sviluppo del pensiero federalista lungo tutto l’arco alpino (da Nizza a Vienna) in un periodo di tempo compreso tra il 1898, anno dell’affaire Dreyfus, e il 1948. 
    I due saggi redatti da Philippe Martel e Jean-Louis Loubet del Bayle approfondiscono il caso francese. 
  • Martel mette in evidenza come il regionalismo in Francia si dovette sempre scontrare con un centralismo esasperato e quindi conclude chiedendosi se Chanoux potesse realmente guardare alla Francia nella sua elaborazione del futuro assetto politico della Valle d’Aosta.
  • Loubet del Bayle analizza il fenomeno dei non-conformistes degli anni Trenta evidenziando le differenze tra le varie correnti. Egli afferma che Chanoux condivideva con loro la dimensione antitotalitaria e l’orientamento federalista. 

L’ultimo breve saggio, opera di Bartolo Gariglio, è dedicato al laicato cattolico italiano a Torino e, dunque, al periodo di formazione universitaria del notaio. Gariglio sottolinea l’influenza del Partito popolare sulla formazione federalista del giovane Chanoux e analizza il movimento cattolico piemontese, sensibile alle influenze dell’area francofona. L’autore si sofferma, in particolare, sul distacco avvenuto nel corso dell’Ottocento tra il clero colto e quello popolare piemontese, un distacco percepibile anche nell’atteggiamento di Chanoux nei confronti delle alte gerarchie ecclesiastiche. 

Il convegno può essere riascoltato in streaming sul sito della Fondation Chanoux, mentre il file pdf del volume può essere scaricato dal link qui sotto.

Informazioni aggiuntive

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