Il volume si compone di dieci capitoli, cinque dedicati alla ricostruzione della morte di Chanoux e alle vicende ad essa successive e cinque riservati ai processi del dopoguerra.
Gremmo utilizza ampiamente le fonti di parte fascista e mette bene in evidenza aspetti finora trascurati dalla ricerca, quali l’intervento del «celebre antifascista Bassanesi» per chiedere l’apertura di un’inchiesta sulla morte del notaio. Gremmo si sofferma, in particolare, sulle diverse interpretazioni della morte di Chanoux – omicidio volontario, preterintenzionale, suicidio – e privilegia, sulla base del verbale del dibattimento, le conclusioni del giudice Renato Corrado del Tribunale di Torino, il quale propende per il suicidio di Chanoux. Per quanto concerne il dibattito politico, l’autore mette in evidenza soprattutto le strumentalizzazioni delle due parti, separatisti e filo-italiani, seguite alla scomparsa del notaio e rileva come, a seconda dei punti di vista, Chanoux da patriota diventi il leader della fazione favorevole all’annessione alla Francia.
L’opera di Gremmo si segnala, in particolare, per la riproduzione delle due foto relative al corpo di Chanoux impiccato nella sua cella, pubblicate qui per la prima volta, e per la presenza di alcune testimonianze generalmente dimenticate, come quella del commissario Palamà e del questore Labbro, attraverso le quali cerca di far luce sull’episodio cruciale della morte del notaio e sulle responsabilità delle parti in causa.