Dempsey riprende l’interpretazione di Bréan, che cita sia testualmente sia idealmente; è però più chiaro del suo predecessore nel delineare il contrasto di Chanoux con Réan, l’uscita dalla Ligue e le vicende della formazione della Jeune Vallée d’Aoste.
Si sofferma, inoltre, sulla tesi di laurea di Chanoux, incentrata sul problema delle minoranze etniche dopo la fine della Prima Guerra mondiale. Dempsey ne segue il ragionamento fino alla conclusione, nella quale Chanoux individua nell’autonomia concessa ai Ruteni all’interno della nazione cecoslovacca una soluzione che «potrebbe essere estesa a tutte quelle minoranze che […] sono raggruppate su un dato territorio» .
Per quanto riguarda le vicende dell’arresto e della morte di Chanoux, Dempsey, a differenza di Bréan, lascia aperta l’ipotesi del suicidio, attribuendo comunque la responsabilità dell’atto, da lui definito eroico, alle torture nazifasciste.
Dempsey si concentra sia sul tradimento da parte di un elemento esterno alle formazioni regionaliste sia sul processo al commissario Mancinelli, sottolineando il fatto che l’arresto di Chanoux non sarebbe avvenuto tanto per la sua partecipazione alla lotta di Liberazione quanto per i suoi presunti legami con ambienti secessionisti.
Gli ultimi capitoli del libro sono dedicati all’illustrazione di alcuni aspetti del pensiero di Chanoux, concernenti l’ammirazione per la Svizzera, in quanto modello di federalismo, e lo sviluppo economico della Valle d’Aosta.
Nel post scriptum l’autore affronta la questione dell’adesione di Chanoux al Partito nazionale fascista nel 1928.
The life and work of Emile Chanoux / La vie et l’œuvre d’Émile Chanoux
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