In questa biografia dell’importante ecclesiastico valdostano, Chanoux compare prima come collaboratore nella redazione del “Pays d’Aoste”, quindi, in particolare dopo la morte dell’abbé Trèves, come erede di quest’ultimo nella diffusione del discorso regionalista.
Viene evidenziata l’importanza dell’incontro di Chivasso e ricordato l’episodio della morte rispetto al quale l’autore dichiara: «Nessuno si lascia ingannare dalla tragica messinscena. Chanoux è morto, ma il seme dell’autonomia è stato gettato, ed è comunque destinato a svilupparsi».